Il generale di brigata Turki al-Malki, portavoce della coalizione armata a guida saudita, ha dichiarato all’agenzia di stampa statale saudita (SPA, Saudi Press Agency) che i raid aerei sulla capitale dello Yemen Sanaa e sulla città di Hodeidah hanno preso di mira «fonti di minaccia» per l’Arabia Saudita. Al-Malki ha aggiunto che gli aerei hanno colpito i droni che sarebbero stati preparati a Hodeidah per essere lanciati sul regno e ha accusato gli Houthi di utilizzare infrastrutture civili, inclusi i porti di Hodeidah e l’aeroporto di Sanaa, per lanciare attacchi alle strutture petrolifere saudite (I Sauditi incassano mentre gli Houthi attaccano).
Gli Houthi hanno detto che l’attacco aereo ha colpito una centrale elettrica, una stazione di rifornimento di carburante e l’ufficio statale delle assicurazioni sociali nella capitale. Da Hodeidah si apprende (fonte Al Jazeera) che gli aerei hanno colpito gli impianti petroliferi in violazione di un accordo di cessate il fuoco del 2018. L’accordo mise fine a mesi di combattimenti nella città, che gestisce circa il 70% delle importazioni commerciali e umanitarie dello Yemen. I raid aerei, secondo fonti di Hodeidah, hanno colpito anche la vicina Port Salif, sempre sul Mar Rosso.
Le incursioni aeree sulle città controllate dagli Houthi sono state la risposta saudita all’attacco al deposito petrolifero nella città di Jeddah.
Un comunicato Houthi fa sapere che un aereo ha colpito le case delle guardie dell’ufficio delle assicurazioni sociali, uccidendo almeno sette persone e ferendone altre tre, tra cui donne e bambini.

Venerdì, gli Houthi avevano riconosciuto di aver compiuto una serie di attacchi contro un deposito di petrolio a Jeddah e altre strutture a Riyadh, in vista di una gara di Formula 1 nel regno. La Formula 1 ha affermato di aver ricevuto “rassicurazioni dettagliate che l’evento è sicuro” e che la gara si svolgerà come programmato.