Il 22 dicembre del 69 dopo Cristo, l’imperatore Vitellio fu trascinato con un laccio al collo lungo la via Sacra tra le urla della folla inferocita che gli lanciava offese e oggetti d’ogni genere. Fu scannato sulle Scale Gemonie alle pendici del Campidoglio. Il suo corpo fu scarnificato, appiccato ad un uncino e trascinato fino al Tevere.
Nell’897, Papa Formoso, morto l’anno prima, fu processato da Papa Stefano VI. Il cadavere disotterrato fu messo sul trono vestito con tutti i paramenti. Dopodiché gli strapparono di dosso i vestiti, gli tagliarono tre dita della mano destra e lo abbandonarono alla folla. I suoi resti furono gettati nel Tevere.
L’8 ottobre del 1354 Cola di Rienzo, tribuno del popolo di Roma, fu assassinato dalla folla scatenata. Il cadavere fu trascinato fino a San Marcello in via Lata e lasciato appeso per due giorni davanti a Palazzo Colonna. Il terzo giorno fu trascinato al Mausoleo di Augusto e lì bruciato.
Il 16 luglio del 1647, il capopolo Masaniello fu ucciso a archibugiate. Decapitato, il suo corpo venne trascinato dalla folla festante per le strade di Napoli e poi gettato in un fosso.
Il 30 gennaio del 1661, Cromwell, il Lord Protettore di Inghilterra, Scozia e Irlanda morto tre anni prima, fu dissepolto, trascinato nudo tra l’odio della gente fino al patibolo, e qui impiccato, castrato, sventrato e decapitato. Ciò che ne restava fu tagliato in quattro parti che finirono in una fossa comune. La testa fu infilzata su un palo a Westminster.
Di folle inferocite che infieriscono su cadaveri, ce ne sono molte nella Storia. Manifestazioni barbariche di genti incivili? Violenze plebee in tempi nei quali non vigeva la vigilanza democratica?
E il 16 ottobre del 1946 a Norimberga non fu impiccato il cadavere di Hermann Goring, Maresciallo del Reich, colpevole di aver fatto la guerra?
E in tempi recenti non abbiamo visto immagini di folle scatenate in Libia e in Iraq? Di cadaveri maciullati?
Ad un’attenta osservazione si scopre che tutte le volte c’è un qualche potente che incita la folla a fare scempio di cadaveri e perciò in ciascuno dei casi che ho citato (non avendo grande memoria, le date le ho prese dai libri) era interesse di qualcuno che lo scempio avvenisse. Ma il punto è che anche oggi, in una società che protegge i gatti, che difende gli alberi, che fa leggi apposite per tutelare minoranze colpite dalla Natura matrigna, la bestia è sempre pronta a scatenarsi. A infierire sui morti.
Ho visto sul web le immagini di gente che prendeva a calci l’auto con la bara del capitano SS Erich Priebke. Se non ci fosse stata la polizia, probabilmente avrebbero scoperchiato il feretro e fatto a pezzi il cadavere.
Non è vero che la folla di oggi è diversa da quella romana di duemila, mille o settecento anni fa. Non è vero che è diversa da quella napoletana o dall’inglese di quattrocento anni fa. E nemmeno dall’americana di sessant’anni fa.
Lo dimostrano gli aggressori di cittadinanza italiana scatenati contro la bara di Priebke.
Giuseppe Spezzaferro